Vieni con noi, ti portiamo a mangiare il cannolo più buono d’Italia. Attento a non prenderci per pazzi, siamo seri. Percorrendo l’autostrada che da Palermo porta a Trapani, si ha accesso ad uno dei luoghi sacri del cannolo: a Dattilo, un borgo del comune di Paceco, nella stessa provincia Trapanese, c’è l’Eurobar. Provare per crederci. In certi giorni le file possono sembrarti lunghe quanto quelle in Posta, ma fidati, il prelievo in questi casi sarà molto più piacevole. Una cialda croccante e molto più artigianale delle altre, quasi grossolana, un involucro che racchiude un cremoso ripieno alla ricotta che, a differenza degli altri, non eccede nell’utilizzo dello zucchero. Lo stai già assaporando, vero? Hai ragione, perché in un attimo ti porterà in paradiso!

Il centro vitale di una città, l’anima del quartiere: Ballarò, il più antico tra i mercati della città, frequentato giornalmente da migliaia di persone e ricco di profumi, odori e colori. Il mercato è animato dalle abbanniate, i chiassosi richiami dei venditori che cercano di attirare l’interesse dei passanti. Non solo cibo, almeno per una volta, sarà infatti il turno delle due arterie di Palermo Via Maqueda e Via Vittorio Veneto: una bellissima passeggiata ci condurrà ai “Quattro Canti”: quattro palazzi risalenti al 1600 danno luogo ad una piazza ottagonale davvero suggestiva. I “Quattro Canti” sono indicati anche come “il teatro del sole” perché durante il giorno almeno una delle quattro facciate è illuminata dal caldo sole di Sicilia.

Scrivi Palermo e leggi Arancine. Attenzione, qui è rigorosamente al femminile! Come puoi lasciartele sfuggire? Andremo alla scoperta del “mercato della Vucciria”, di Piazza Pretoria e della Chiesa della Martorana, giusto per citare qualche tappa da non perdere. Sei pronto a scegliere il tuo ripieno preferito? Ce n’è davvero per tutti i gusti: dalla classica “accarne” a quelle più innovative ripiene di pistacchio, zucca e gorgonzola. Il centro è pieno zeppo di opportunità culinarie, ma noi fileremo diritto da “Franco u Vasteddaru” che – secondo i nostri locals – è assolutamente il top. Una piacevole passeggiata ci condurrà poi al monastero di “Santa Caterina di Alessandria”, al suo interno una pasticceria incredibilmente famosa per la tradizione tramandata delle monache del convento: cannoli, brioche, setteveli, cassate e chi più ne ha più ne metta.

L’esplorazione dei vicoli magici di questa città è d’obbligo, come lo sono alcune tappe culinarie: la friggitoria Chiluzzo, location super storica nel pieno del quartiere arabo La Kalsa, con una degustazione di panelle e crocchè e…della raschiatura, l’antesignano dello street food. Come rinunciare allo “Sfinciuni”? Croccante, condito con pomodoro, cipolla, acciughe e caciocavallo. Alla “Antica Focacceria San Francesco” ne fanno di spaziali. Tra i negozietti dediti alla vendita si celano tante altre postazioni da street food che sarebbero in grado di far impallidire un banchetto reale: assolutamente da provare il “Polpo”, i “Cazzilli” tipiche crocchette di patate, “Pani ca’ Muesa” un panino morbido imbottito con pezzetti di milza ed infine le “Stigghiole” interiora di agnello intrecciate con della cipolla e cotte sulla brace. Quanti spritz ci berremo su? Beh, parecchi.