Pochi giorni fa abbiamo ricevuto una telefonata che ci ha riempito il cuore di gioia.
“Fabio, Roberto: sarò premiata!”.
Era Evelyn, nostra amica di vecchia data, che proprio domani 5 Marzo riceverà al Parlamento Europeo di Bruxelles un riconoscimento che premia le donne coraggiose. Quelle che combattono contro pregiudizi e luoghi comuni per inseguire i propri sogni, rompendo le catene e gli schemi preimpostati della figura femminile intesa nella sua accezione tradizionale. Quelle donne rare.
Ne abbiamo sorriso e gioito insieme. Evelyn ha lavorato in Groenlandia, sta traducendo in italiano un libro Inuit sul surriscaldamento globale, è co-founder e Vice Presidente di un’associazione Geopolitica che ha lo scopo di promuovere l’inclusione abbattendo le barriere della diversità e molto altro. Ma alla base del prestigioso riconoscimento c’è anche un affascinante viaggio in autostop pro Europa Unita, intrapreso nel 2016 grazie al nostro supporto.
Così come oggi, all’epoca in azienda coesistevano due brand: viaggiuniversitari.it, Tour Operator per giovani, e Vagamondo Viaggi Evento, poi divenuto Vagamondo Eventi.
E fu proprio con il brand Vagamondo che decidemmo di aiutare Evelyn e Francesca, sua compagna di viaggio, in questa meravigliosa avventura. Così nacque un vero e proprio diario di bordo, costantemente aggiornato dalle nostre protagoniste!
Ne è passato di tempo dal 2016!
Così abbiamo incaricato i più giovani dello Staff di viaggiuniversitari.it – che non la conoscevano – di intervistarla. Inutile sottolineare quanto siano rimasti stupiti di fronte alla sua storia, alla nostra storia.
Partiamo dall’inizio.
Perchè hai deciso di intraprendere questo viaggio?
Nel 2016 si iniziò a discutere del voto sulla Brexit e in quel periodo decisi di intraprendere un viaggio pro European Union. Il programma era questo: percorrere quasi 6.000 km in 15 giorni, esclusivamente in autostop e dormendo a casa di sconosciuti o di gente trovata su www.couchsurfing.com, un sito in cui gli host ti offrono la possibilità di dormire sul divano di casa, gratis!
L’intento era dimostrare che affidandoci all’altro in mancanza di frontiere, nell’Europa unita e solidale che abbiamo costruito, ogni progetto – per quanto sembri impossibile – in realtà è possibile. E volevo farlo sapere ai giovani, divulgare questo messaggio! Quindi ho cercato innanzitutto una testata a cui raccontare l’idea: ho trovato spazio e ascolto in TPI. E poi mi sono messa alla ricerca di uno sponsor che parlasse al pubblico a cui desideravo arrivare: giovani europei a cui trasmettere un messaggio di coraggio e speranza. Così ho incontrato Vagamondo: Fabio e Roberto hanno deciso di finanziare il progetto e darci la possibilità di raccontare il viaggio attraverso il loro blog.
Come hai conosciuto Francesca, la tua compagna di viaggio?
Tutte le mie amiche non volevano venire perché avevano troppa paura, quindi avevo deciso di partire da sola. All’ultimo ho messo un post sul sito Couchsurfing, in cui cercavo una compagna con cui fare un viaggio organizzato ma molto avventuroso, per protestare contro la Brexit. Francesca si era appena laureata in legge: entusiasta del progetto, ha deciso di partire con me.
Inizia l’avventura! Qual è stato l’itinerario?
Sono stati 15 giorni di viaggio con partenza da Bologna.
Abbiamo organizzato il percorso in questo modo: Bologna, Ljubljana, Vienna, Varsavia, Kaunas, Lituania, Kaunas, Riga, Stoccolma, Copenaghen, Amburgo, Amsterdam e – infine – Bologna.
Come vi siete spostate da una città all’altra?
Sempre e solo in autostop!
All’inizio non avevamo mai “autostoppato” nella vita, quindi abbiamo dovuto imparare alcuni trucchetti. Ci è stato molto d’aiuto il sito www.hitchwiki.com che, ad esempio, spiega i punti migliori in cui fare autostop per passare da una città all’altra.
L’autostop non è mica semplice! Non sai mai chi ti darà un passaggio e molte volte abbiamo incontrato per puro caso i nostri host per la notte. Ad esempio, una sera dovevamo raggiungere Amsterdam e, a mezzanotte e mezza, siamo riuscite a beccare un passaggio fino alla stazione più vicina. Quando siamo arrivate lì ci siamo rese conto che alle 2 di notte la stazione era in chiusura. Il ferroviere si è avvicinato e ci ha invitate ad andare via… ma non potevamo andare da nessun’altra parte. Così il ferroviere ci ha ospitate in casa sua. È stato gentilissimo!
Avrete conosciuto tante persone e storie interessanti!
È stato molto interessante quando siamo arrivate a Vienna, dove abbiamo trovato un posto in cui dormire davvero last minute. Ci hanno ospitate due ragazze, di cui una era stata suora in Sudafrica e poi si era innamorata di un ragazzo e aveva quindi lasciato la Chiesa. Ci ha raccontato la sua esperienza: aveva fatto dei viaggi in autostop in Medio Oriente ma, essendo bionda, aveva dovuto tingersi i capelli di scuro per non incorrere in eccessivi pericoli!
Ad esser sincera, all’inizio eravamo impaurite ma poi abbiamo trovato molte famiglie disposte ad aiutarci. Addirittura quelle che non dovevano andare nella nostra destinazione ci davano uno strappo o ci invitavano a stare da loro. In Polonia un ragazzo ci ha invitate a un matrimonio dicendo: “Non ho un’accompagnatrice… me ne porto due!”.
Siamo riuscite ad autostoppare anche un traghetto, da Copenaghen ad Amburgo!
Dei ragazzi ci avevano consigliato di salire infilandoci in una macchina, per entrare di soppiatto. E così abbiamo cercato di fare! Ma una vigilante ci ha beccate e si è avvicinata per farci pagare il biglietto. Noi le abbiamo fatto leggere l’articolo appena uscito su TPI e lei si è illuminata, Ci ha fatto i complimenti per l’iniziativa e ci ha fatte salire su un’auto!
Veramente non avete pagato nessun mezzo per spostarvi?
Sì! Ce l’abbiamo fatta!
Quindi, avete vinto la challenge? Ci si può affidare agli altri?
Assolutamente sì.
L’intento era dimostrare che non c’è nulla da temere, anzi, bisogna affidarsi all’altro perché solo in questo modo si riesce a dar vita a progetti inimmaginabili.
Certo, alcuni giorni del viaggio sono stati difficili. Ma per scoprire se sai volare devi buttarti nel vuoto. Nel nostro caso, ci siamo fidate ciecamente dell’altro e, ancora oggi, ne siamo felici e orgogliose.
La Brexit è diventata realtà da pochissimo: ora più che mai questi messaggi di coraggio e speranza devono avere un posto di rilevo nella nostra quotidianità.
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